“Se ad ogni bambino di 8 anni insegnassimo a meditare, elimineremo la
violenza dal mondo nel giro di una generazione.”
Dalai Lama
La meditazione per bambini è una pratica che racchiude in sé un enorme
potenziale. Da tempo nelle scuole inglesi è diventata un’abitudine. I piccoli
delle elementari, infatti, nel loro orario settimanale hanno del tempo dedicato
a questa pratica.
A convincere i presidi e i docenti ad adottarla è stata la constatazione che
serve ad equipaggiare i bambini contro una serie di disagi. Per fortuna la
meditazione sta cominciando ad affermarsi anche nel nostro Paese, dove
diverse scuole la praticano con costanza ottenendo ottimi risultati.
L’infanzia e l’adolescenza sono tappe fondamentali nel percorso di crescita e
nella formazione della personalità, è in questa fase che il bambino sviluppa la
sua visione del mondo e stabilisce il proprio approccio relazionale con altri
individui. In particolar modo nel periodo che va da 0 a 12 anni (periodo critico,
quasi irreversibile) il bambino raggiunge un picco di plasticità in cui è
particolarmente ricettivo e sensibile agli stimoli esterni. In questi periodi critici
le esperienze sono essenziali per uno sviluppo sano e regolare del cervello e
se questo non si verifica, i sistemi neurali e cognitivi non evolvono.
Le attitudini e gli strumenti che il ragazzino apprende nei primi anni di vita
hanno un impatto incredibile sul suo percorso di crescita ed è per questo che
praticare la meditazione è un meraviglioso dono da offrire ad un bambino.
“Per compensare un ritmo di vita così stressante, occorre trovare la
tranquillità”
Vincente Simón
Viviamo nell’epoca della “sovrastimolazione” dove il bambino deve affrontare
numerose sfide quotidiane come pressione sociale, difficoltà nella
concentrazione, aspettative da parte dei genitori nello studio e nelle attività
post-scolastiche (sport, musica ecc…), pressioni eccessive da parte di alcuni
insegnanti, difficoltà nel costruire relazioni (in particolar modo negli ultimi tre
anni ad oggi la situazione in questo senso è peggiorata), bassa autostima e
difficoltà nel provare e riconoscere emozioni.
In tutto questo c’è anche la gestione dei social media che amplificano molte
di queste dinamiche, in primis pressione sociale e comportamenti scorretti nei
confronti dei propri coetanei. L’uso eccessivo di questi strumenti, oltre che
aumentare irrequietezza e minore capacità di attenzione, crea un clima di
crescente paura, amplificato dallo stato attuale del mondo e dalle ansie dei
genitori.
Soprattutto negli ultimi tre anni la percentuale di adolescenti insoddisfatti e
con un basso punteggio di salute psicofisica è raddoppiata. Secondo i dati
Istat nel 2019 erano il 3,2% mentre nel 2021 risultano essere 6,2%.
In questo contesto, è nostra responsabilità, come genitori ed educatori,
donare alle nuove generazioni un fondamentale strumento come la
meditazione che può fare la differenza nel loro futuro. Nelle scuole dove
viene insegnata, si verifica un netto miglioramento della capacità di
attenzione quindi del rendimento scolastico degli alunni e una diminuzione
dei casi di prevaricazione o sottomissione.
C’è chi ritiene che la meditazione sia una pratica che possa portare ad essere
persone deboli ma in realtà è esattamente il contrario, basti pensare che
nell’antica Cina veniva praticata dai Samurai.
Attraverso la meditazione, il piccolo riesce a mantenere la focalizzazione sul
momento presente, amplificando così la capacità di concentrazione e lo
sviluppo della creatività e dell’empatia. Con essa il bambino affina il senso
della bellezza nella diversità, si rende conto di essere una creatura unica che
si relaziona con altre creature uniche, realizzando così la capacità di
rispettare i suoi simili e tutto ciò che fa parte di questo meraviglioso pianeta.
Inoltre numerosi studi svolti su bambini e ragazzi hanno dimostrato come la
meditazione li aiuti a migliorare la relazione con i propri genitori, riconoscere
gli impulsi, aumentare l’autostima, le abilità sociali, diminuire l’ansia e ridurre i
sintomi da stress post-traumatico.
Con la pratica costante imparano a percepire i loro corpi, le sensazioni, le
emozioni, sviluppando maggiori capacità organizzative e imparando ad
essere meno giudicanti e più empatici.
Tutti questi benefici faranno emergere preziose abilità che il bimbo svilupperà
in molti aspetti della vita e trasferirà nell’adolescenza e nell’età adulta.
Per condividere efficacemente la pratica della consapevolezza con i bambini,
occorre prima praticarla di persona. I doni più grandi che possiamo offrire ai
giovani sono la propria presenza, tranquillità e pace. Ti serve prima una
pratica che ti aiuti a gestire con intelligenza e compassione le tue emozioni e
la tua sofferenza, mettendoti in grado di affrontare con compassione le
difficoltà dei tuoi figli o allievi…” – Thich Nhat Hanh, Semi di felicità
Per accompagnare il piccolo nel percorso della meditazione, l’adulto deve a
sua volta afferrarne i principi meditando autonomamente e con costanza
prima di coinvolgerlo.
Il bambino osserva e assorbe come una spugna il comportamento e le
abitudini dell’adulto, dunque è bene che quest’ultimo dia il buon esempio
mostrando come dopo aver meditato sia più tranquillo, rilassato e radicato, in
questo modo svilupperà una profonda fiducia nei confronti dell’adulto, un
senso di curiosità e voglia di intraprendere questo nuovo percorso.
Portare la meditazione nella vita di un bambino richiede un’attenzione e una
tecnica diversa rispetto ad un adulto, per il semplice motivo che ha poco
autocontrollo, minore capacità di attenzione e meno pazienza, motivo per cui
la meditazione in questo caso richiede tempi ridotti.
“Chi è piccolo è più vicino alle cose. Avverte con più acutezza i suoni e i
colori del mondo. Distingue l’uno dall’altro i fili d’erba, respira lo stesso respiro
dell’animale, ascolta con l’orecchio a conchiglia il gorgogliare del ruscello e il
fragore del mare”
G. Caramore
D’altro canto il bambino possiede una particolare sensibilità verso il mondo
esterno oltre che una grande capacità immaginativa, questa caratterizza e
alimenta la sua vita interiore, venendo restituita all’esterno attraverso
l’espressione del proprio modo di essere. Mantenere una strada aperta con il
mondo interiore, permette di accedere più facilmente ai propri talenti e alle
proprie risorse personali.
La meditazione serve proprio a questo, riuscire ad attivare e mantenere vivo
l’accesso al proprio Sé. Inoltre il bimbo ha uno spiccato senso del gioco e
riesce ad apprendere in maniera più veloce tramite l’esempio.
Quindi diventa essenziale che le pratiche vengano presentate in modo
coinvolgente, interessante e divertente, così da stimolare la curiosità, la
giocosità, l’immaginazione, e la percezione attraverso i sensi.
Considerando un tipo di meditazione legata alla respirazione ad esempio,
invece di chiedere al bambino di osservare l’aria che entra ed esce dal
nasino, possiamo poggiare un piccolo giocattolo sulla sua pancia e chiedere
di osservarlo muoversi su e giù mentre respira, successivamente possiamo
chiedergli di provare a muovere più lentamente il giocattolo.
Con questa semplice pratica imparerà a respirare profondamente senza
rendersene conto.
Per stimolare l’immobilità invece possiamo farlo sedere a gambe incrociate o
come si sente più comodo e condurlo nel suo spazio sacro dicendo:
“Questo è uno spazio magico, ogni volta che entri qui e pratichi la
meditazione tutto diventa tranquillo e inizi a sentirti molto calmo e felice” e poi
magari giocare al Piccolo Yogi che medita o al gioco della statua del piccolo
Buddha.
Tenendo conto che la capacità di attenzione del bambino non supera i 20
minuti, la pratica deve essere breve, soprattutto per i ragazzini sotto i 10 anni.
I tempi di meditazione a seconda delle età variano dai 3/4 minuti ai 9 minuti
per i più grandicelli, dagli 8 anni in su.
Prima di iniziare un bimbo alla meditazione statica ci vuole molto tempo. In
principio si possono adottare pratiche di meditazione in movimento, come
una lenta camminata al ritmo di “baba nam Kevalam” o seduti in cerchio
mano nella mano. Quando il bambino inizia a prestare attenzione alle storie si
può accompagnare in una piccola meditazione guidata. Si può indirizzare
l’attenzione alle sensazioni del corpo in un veloce “body scan” o inventare
una favola con protagonista uno dei suoi giocattoli preferiti che intraprende un
viaggio di esplorazione attraverso il corpo.
Dai 9 anni si possono adottare delle tecniche di pratiche meditative un po’ più
articolate quali:
● Gibberish – Parlare una lingua inventata o sconosciuta per liberare le
tensioni, andare oltre la timidezza e donare leggerezza. Si può eseguire
prima praticando con un bimbo alla volta e poi tutti insieme.
● La stella luminosa – È una pratica che dona vitalità dinamismo e
armonia. Immagino di galleggiare sull’acqua di un lago, osservo il mio
respiro come lentamente diventa sempre più calmo e tranquillo.
All’improvviso il mio corpo si trasforma in una stella e come per magia
dalle sue estremità inizia ad entrare una luce splendente che attraversa
ed illumina tutto il corpo fino a raggiungere il suo apice al cuore. Ad
ogni inspiro la luce si fa sempre più brillante e ad ogni espiro lascio
andare le zone in ombra.
● La stanza del cuore – Ci sediamo sul tappetino in una posizione
comoda. Gli occhi sono chiusi il respiro è calmo. Il mio corpo si
trasforma in un grande palazzo con tante finestre. Dall’esterno si riesce
a scorgere la luce dorata che splende all’interno. All’improvviso le luci
iniziano pian piano a spegnersi tranne la luce che si trova al centro del
palazzo, la luce del Cuore. Ad ogni mio respiro sento l’energia del cuore
che aumenta e si espande in ogni direzione illuminandomi
profondamente dall’interno.
● Trattakà – Tecnica di concentrazione fissando lo sguardo sulla candela,
sul cerchio, su una scritta, su di un Mandala o su di un bindi.
● I am happy – Ci sediamo nella posizione del piccolo yogi oppure in una
posizione comoda e al ritmo del mantra iniziamo a muovere in su e in
giù gli indici, come fanno i genitori quando ci rimproverano. Questa
meditazione è stata ideata da Yogi Bhajan specificatamente per quei
bambini che vivono situazioni familiari dove i genitori discutono o
attraversano una crisi, per far sì che possano rimanere stabili e non
coinvolti. Questa meditazione può essere praticata in qualsiasi
momento ed è anche adatta ai più piccoli.
Esistono inoltre ulteriori tecniche di meditazione tradizionali che vanno a
sviluppare la percezione sensoriale dei bambini.
Di seguito alcuni esempi di meditazioni che vanno a stimolare i sensi:
Udito
Chiudi gli occhi e fai un respiro profondo.
Immagina che le tue orecchie diventano molto grandi, grandi quanto il tuo
corpo.
Possono sentire tutto.
Presta attenzione ai suoni che senti nella stanza in cui ti trovi.
Soffermati qualche secondo su ogni suono, quindi passa a quello successivo.
Ora inizia a sentire suoni molto lontani.
Guarda quanto lontano puoi arrivare con le tue grandi orecchie.
Lascia che il suono sia solo un suono, non pensarci e non dargli un nome.
Le tue orecchie non apprezzano né disprezzano alcun suono…
semplicemente li sentono tutti per come sono.
Ora prova a sentire il suono del tuo respiro.
Ascoltalo con attenzione, momento dopo momento.
Benefici: incoraggia il bambino a usare il senso dell’udito come una porta per
essere presente, aperto e calmo qui e ora. Questo aiuta a sviluppare la
consapevolezza del non giudizio e a nutrire la quiete mentale.
Vista
Attenua la luce della stanza, chiudi tutte le finestre e accendi una candela.
Questa atmosfera diversa, unita al fatto che la maggior parte dei bambini
ama il fuoco, la renderà una pratica piacevole per loro.
Siediti a due o tre metri di distanza dalla candela.
Apri gli occhi e fissa delicatamente la sua fiamma (non forzare troppo lo
sguardo).
Segui il movimento della fiamma con molta attenzione, come un gatto che
osserva la sua preda.
Non muovere gli occhi né a sinistra né a destra, né in alto né in basso.
Chiudi gli occhi e guarda l’immagine della candela che potrebbe apparire
nella tua mente.
Gioca con quell’immagine: vedi se riesci a farla stare tranquilla al centro.
Oppure prova a modificarne le dimensioni, il colore o la luminosità.
Benefici: questa è un’ottima pratica per sviluppare la concentrazione, la
fiducia in sé stessi e la capacità di visualizzare.
Meditazione sul respiro
La consapevolezza del respiro è la forma di meditazione più popolare nella
tradizione buddista. Ecco due semplici metodi da insegnare ai bambini.
Esercizio 1: “Contiamo i respiri”
Chiudi gli occhi.
Sii consapevole del tuo respiro. Senti la pancia che si gonfia come un
palloncino quando prendi l’aria dal naso e si sgonfia quando la butti fuori
sempre dal naso.
Inspirando mentalmente pronunciare il numero “10”; espirando di nuovo
pensa “10”. Poi di nuovo “9” e “9”. Poi 8, 8. Fino a 1,1.
Se ti perdi, ricomincia da 10. La tua sfida è passare da 10 a 1 senza
dimenticare mai il respiro.
Benefici: aumenta la consapevolezza del corpo, la concentrazione e il
rilassamento.
Esercizio 2: “Respira i colori”
Invece di contare i respiri, visualizza l’aria che stai inspirando del tuo colore
preferito e quella che espiri di colore grigio.
Inspirando, il tuo colore preferito riempie tutto il tuo corpo di cose buone:
felicità, calma, energia.
Espirando, il colore grigio porta via tutte le cose brutte.
Benefici: come quelli del primo esercizio, ma con un effetto potenziato sul
benessere emotivo.
Viaggio spaziale (corpo)
Sdraiati comodamente.
Chiudi gli occhi.
Immagina che il tuo corpo stia diventando molto leggero, così leggero che
non ha più peso e inizia a fluttuare verso l’alto.
Il tuo corpo è leggero e trasparente e fluttua nello spazio.
Esce dal pianeta Terra e fluttua nella galassia.
Goditi come ci si sente leggeri e liberi. Anche la tua mente si sente leggera e
libera.
Dopo un po’, inizia a tornare sulla Terra e nella stanza in cui ti trovi. Senti il
corpo che diventa di nuovo solido.
Muovi lentamente le dita dei piedi e delle mani, finché non sei pronto per
terminare la meditazione.
Come variante puoi chiedere al bambino di immaginare che stia visitando un
altro pianeta. Ciò rende la pratica più fantasiosa e creativa, cosa che alcuni
bambini potrebbero apprezzare. Se adotti quella variazione, alla fine chiedi al
bimbo di condividere com’è stato il viaggio e com’era il pianeta.
Benefici: aiuta a rilassarsi profondamente. I problemi e le emozioni negative
sembrano molto piccoli dopo questo esercizio. Va bene per i bambini che
sono emotivamente bloccati, eccessivamente timidi o tristi.
Tutte queste tecniche prevedono l’utilizzo di strumenti quali: suoni, mantra,
mudra, libri e canzoni.
Come prima accennato uno strumento particolarmente efficace usato spesso
durante la meditazione è la musica.
L’ascolto della musica, di suoni e melodie durante la pratica meditativa può
agire sullo stato d’animo e sulle emozioni del piccolo praticante, in virtù della
proprietà rilassante e stimolante. I vantaggi dell’ascolto di musica durante la
meditazione comprendono gli effetti positivi sullo sviluppo del cervello del
bambino in quanto favorisce la connessione fra i neuroni e favorisce
l’apprendimento.
Aiuta inoltre lo sviluppo della sensibilità, del temperamento e della creatività.
La musica di meditazione tradizionale spesso incorpora campane tibetane,
che vibrano su frequenze che si dice ripristinino e guariscano le parti del
corpo che sono fuori equilibrio. I bambini neurotipici rispondono bene ai toni
prodotti da questi strumenti. In altre situazioni, anche le registrazioni dei suoni
della natura portano i bambini alla calma e alla pace.
“Nei mantra c’è la divinità, nei Mantra c’è l’amore”
Nello yoga il suono è inglobato nei mantra, ripetizione ritmica di sillabe o
parole, è considerato una forma di energia che produce effetti benefici sulla
psiche.
Il termine Mantra deriva dal Sanscrito, la lingua dei Veda, antichi testi Indù.
La parola Mantra è composta da “Ma” che significa mente e dal suffisso “Tra”
che vuol dire proteggere o liberare. Quindi il Mantra è uno strumento che
protegge e libera dal costante flusso mentale del pensiero.
Le “auto affermazioni” ad esempio, sono affermazioni positive rivolte a se
stessi che ripetute più volte in un contesto di pratica meditativa, generano
sentimenti di gioia, amore e accrescono la sicurezza e la stima di sé.
Il Mantra attiva dei processi chimici che stimolano dei punti meridiani sul
palato e producono messaggi che giungono al cervello stabilizzando il
sistema nervoso. Mentre recita il Mantra, il bambino impara ad esercitare una
forma di controllo sui pensieri e sul respiro creando uno stato di equilibrio
favorevole al fluire del Prana, l’energia vitale che regola le funzioni
fisiologiche e che auto guarisce. Nello yoga il Mantra è una vera e propria
forma di meditazione, una vibrazione che penetra nella psiche del bambino e
permette di sviluppare la consapevolezza di sé, di espandere la coscienza,di
scoprire e vivere una dimensione di pace e armonia.
Uno dei Mantra più belli e completi scritti in Sanscrito è “Baba Nam Kevalam”
(Shrii Shrii Anandamurti).
Baba rappresenta l’Amore infinito della Coscienza Cosmica ed è la parola
con cui in India i bimbi sono soliti chiamare i loro padri o i seguaci di una
scuola i loro maestri (Guru). Nam significa “espressione” mentre Kevalam
“solamente”.
Quindi il Mantra tradotto letteralmente sta a significare “Solamente
l’espressione dell’Amore Cosmico Infinito” o più semplicemente “Tutto è
Infinito Amore”. O come lo definiva Guru Dada Dharmavedananda “Solo il
sentimento dell’amore infinito”.
Il Mantra “OM”, suono primordiale dell’universo, è considerato tra i più sacri. I
suoi benefici sono molteplici, riduce ansia e stress, rafforza il midollo spinale,
aiuta la digestione, rallenta il battito cardiaco, riduce la fatica aumentando il
livello di ossigeno nel sangue.
“SAT NAM” (Io sono verità) porta allo stato neutrale permettendo ai bimbi di
entrare in comunione l’uno con l’altro.
Altro mantra è “SA TA NA MA”, insegnato da Yogi Bhajan per riorientare la
mente e quindi aprirla alla possibilità di un cambiamento nella vita. SA è
l’infinito, la totalità di tutto ciò che è sempre stato e sempre sarà. TA è
l’esistenza che si manifesta dall’infinito. NA è il cambiamento della
Coscienza. MA è la rinascita.
La potenza di questo mantra consiste nell’essere riorganizzatore
dell’inconscio, ha il potere di rompere le abitudini di vita e le dipendenze,
agendo sulla ghiandola pituitaria e pineale.
Recitando questo mantra è consigliabile durante la ripetizione di ogni sillaba,
unire il pollice di entrambe le mani con le successive dita per poi tornare
indietro per realizzare il ciclo infinito della creazione.
SA: pollice e indice;
TA: pollice e medio;
NA: pollice e anulare;
MA: pollice e mignolo.
Esistono innumerevoli mantra da utilizzare nella meditazione con i bambini,
dinamica o statica che sia, come i seguenti: GANESHA SHARANAM, JAY
GANESHA,I’M HAPPY, GOBINDA GOBINDA HARI HARI, RADHE BOL,
FEELING GOOD TODAY, GANESH UNDER MOONLIGHT.
“Le mani dei bambini sono aperte al mondo, anche quando sono sporche
sono sporche di vita e di gioco”
MUDRA è termine sanscrito che letteralmente significa “sigillo, “gesto”,
“segno”. Nello yoga le mudra sono gesti simbolici praticati con le mani e le
dita che facilitano il flusso di energia attraverso il corpo, aiutando e favorendo
le pratiche meditative. Nel bambino il sistema endocrino e la fisiologia dei
chakra è in via di sviluppo, per questo motivo i mudra hanno effetti diversi da
quelli che si riscontrano negli adulti. Tuttavia è importante dare loro questa
conoscenza in modo ludico e fantasioso affinché l’apprendimento dello
strumento sia più facile da praticare. La corretta posizione della mani infatti è
estremamente importante nella meditazione, in quanto ogni mudra va a
stimolare parti diverse del nostro cervello e aiuta ad incanalare l’energia
verso una determinata zona del corpo.
Per i bambini è naturale giocare con le mani, spesso presenti nei giochi più
semplici, “il pollice cade nell’acqua, l’indice lo tira su, il medio lo asciuga,
l’anulare gli fa la pappa e il mignolo la mangia tutta!”.
Varietà e flessibilità dei movimenti della mano e delle dita rendono la mente
agile e versatile, favoriscono la presa di coscienza di un gran numero di
condizioni psichiche, oltre che all’accesso all’inconscio e il risveglio di
potenzialità latenti. Se le mani sono rigide e contratte lo è anche il cervello.
Molti testi dai primi del ‘900 affermano che l’evoluzione del cervello è
strettamente collegata a quella della manualità. Fin da quando è ancora nel
grembo materno il bambino già usa le mani per esplorarsi, le intreccia e
percepisce l’ambiente circostante, perfino i suoni sotto forma di vibrazioni,
molto prima che si sviluppi l’organo dell’udito.
Nella meditazione si possono usare le mudra ad esempio durante la
respirazione guidata o animandole con la musica, quelle più utilizzate nella
meditazione per i bambini sono ANJALI MUDRA o NAMASKAR MUDRA che
si traduce per loro nel mudra dell’offerta, dono, saluto. Le mani si
congiungono davanti al petto esercitando una leggera pressione tra loro.
Favorisce il raccoglimento, equilibrio, riposo, silenzio e pace. Fra i benefici
allevia lo stress, centra l’energia corpo/mente influenzando la connessione tra
i nostri due emisferi cerebrali. Inoltre già assumere la posizione di questo
mudra agisce come un toccasana per il cuore, permettendo un equilibrio
interiore.
CHIN MUDRA è uno dei mudra più comunemente praticato nello yoga bimbi
ad esempio nella posizione del piccolo yogi, i classici “occhialini”. E’ il mudra
della saggezza. Consiste nel collegare il pollice (Sé Universale) e l’indice (Sé
Individuale) con il dorso delle mani sulle ginocchia e i palmi rivolti verso l’alto.
Promuove la pace interiore, la calma e l’armonia. Si usa durante il giorno,
quando le dita e i palmi delle mani sono rivolti verso il sole per riceverne
l’energia.
JNANA MUDRA Il posizionamento delle dita è simile al Chin mudra, ma con i
palmi rivolti verso il basso e viene usato quando il sole è tramontato per
trattenere l’energia solare ricevuta durante il giorno. I benefici sono gli stessi
del precedente in più promuove il radicamento.
Entrambi stimolano chiarezza mentale e concentrazione.
PADMA MUDRA Il gesto del fiore di loto e il simbolo della purezza, proprio
come un fiore questa mudra sboccia tra le mani del bambino donando gioia e
Amore Incondizionato. Le mani sono all’altezza del petto, la base dei polsi, i
polpastrelli e i lati delle mani sono uniti, in modo da creare una sorta di
“bocciolo”. Le mani si aprono lentamente, le dita si separano cercando di
mantenere il contatto fra la punta dei mignoli e il lato esterno dei pollici. Le
dita puntano verso l’alto e i pollici possono mantenere il contatto con il cuore
oppure elevarsi oltre la testa.
Favorisce il senso di gioia, amore e apertura alla vita, allevia la stanchezza,
aiuta a superare i momenti di incomprensione e solitudine, produce effetti
riequilibranti sul sistema nervoso, raccoglie ed eleva l’ energia del cuore.
Ulteriori importanti mudra sono PURNA MUDRA, il MUDRA DELLA FIDUCIA
e NAGA MUDRA.
E’ fondamentale ricordare che lo scopo principale delle pratiche di
meditazione è quello di indurre lo stato SPONTANEO della stessa. E’
impossibile insegnare la meditazione, l’unico dono che può essere elargito è
un METODO che condurrà all’esperienza meditativa.
E’ importante comprendere come la meditazione vada al di là delle parole e
quindi indefinibile in termini concreti, con ciò possiamo affermare che per
giungere ad uno stato reale meditativo è necessario un percorso ben definito
e praticare lo yoga è tra i più antichi se non il più antico. Per creare una
società più gioiosa, prospera ed equa, accompagnare le nuove generazioni
alla meditazione e quindi donare loro consapevolezza, è un ottimo punto di
partenza.
Come afferma Swami Sivananda, uno dei più grandi maestri di yoga del
ventesimo secolo, medico e grande saggio che ha dedicato la sua vita al
servizio dell’umanità e allo studio della filosofia Vedanda:
“ Oggi più che in ogni altra epoca, gli occidentali sono sottoposti a tensioni
che non sono in grado di controllare.
Lo yoga, la più antica scienza della vita, è in grado di insegnarci molte cose a
livello fisico, mentale e spirituale(…)
Chiunque si sottoponga ad una pratica regolare, comincia ad avvertire dei
sottili cambiamenti nel proprio approccio alla vita per cui, attraverso un
costante lavoro di tonificazione e di rilassamento del corpo e della mente,
inizia a percepire uno stato di pace interiore che costituisce la nostra vera
natura. (…)
Se non avete mai assaggiato il miele, anche se vi dicessi mille volte che è
buono, non potete capirlo sino a che non l’avete provato. Praticate lo yoga e
vedrete come vi fa bene”.
CINZIA BOLLETTINI